Nuovi traguardi per l’ impact investment.
by Lucilla Incorvati
Il Sole 24 Ore, 25th July 2023
Lo sviluppo in Italia. Secondo Tiresia, centro di competenza della School of management del PoliMi, gli asset con
un’approccio di finanza a impatto sono passati dai 2,9 miliardi del 2019 ai 6 miliardi del 2021, di cui circa 3,3 miliardi
sono stati impiegati
Il mondo dell’impact invest sta allargando il suo perimetro anche in Italia. Secondo l’ultima ricerca condotta di Tiresia, il centro di competenza della School of management del PoliMi dedicato allo studio dell’innovazione, dell’imprenditorialità e della finanza a impatto nato più di dieci anni fa, con la collaborazione di Social impact agenda e Evpa, gli asset gestiti con un approccio di finanza ad impatto (secondo i principi di intenzionalità, misurabilità e addizionalità) nel 2021 erano circa 6 miliardi di cui impiegati circa 3,3 miliardi. «Erano solo 2,9 miliardi nel 2019 e questo ci dà la dimensione della crescita. Oggi in Italia non abbiamo più solo alcuni grandi pionieri – sottolinea Mario Calderini, direttore di Tiresia -: il mercato si è decisamente allargato. La metà dei soggetti coinvolti rispecchia le caratteristiche richieste dall’art.9 della classificazione del regolamente Sfdr. Inoltre, il profilo degli operatori coinvolti è variegato ma più della metà utilizza strumenti di equity mentre in termini di asset gestiti prevale un approccio misto con strumenti sia di debito sia di equity. Inoltre, di cruciale importanza è il sistema delle fondazioni e delle casse previdenziali che sta offrendo capitali pazienti ma decisivi a sostegno di questo sistema mentre più indietro sono i fondi pensione e le compagnie di assicurazione».
Come spiega Calderini, più di un terzo del capitale impiegato è diretto verso organizzazioni con una forma legale not-for-profit ma che realizzano delle attività commerciali, che sono quasi totalmente supportate tramite strumenti di debito. Mentre, i gestori di fondi di private equity e venture capital preferiscono come target organizzazioni con una forma legale for-profit e una mission di risoluzione di sfide sociali e ambientali. Infine, la principale barriera indicata dagli operatori coinvolti nella ricerca è rappresentata dalla mancanza di comparabilità e trasparenza nella misurazione dell’impatto.
Nel mondo globalmente, gli strumenti a impatto gestiscono 1,3 triliardi di dollari, ma solo poco più della metà sono investiti in strategie che effettivamente lo misurano. Tra le società attive in questo ambito c’è M&G plc, uno dei più grandi investitori di asset privati e alternativi al mondo, oltre 87 miliardi di euro investiti a livello globale e un track record di oltre 20 anni. Per la società il business dedicato ai private markets copre una serie di aree di eccellenza tra cui private credit, private equity, real estate (investe a livello globale oltre 32,8 miliardi di sterline in 29 Paesi) infrastrutture e appunto impact. Sfruttando le dimensioni e la forza sul mercato, M&G è fortemente impegnata nel realizzare cambiamenti positivi attraverso la stewardship e una più ampia azione di advocacy. Parte dell’impegno consiste infatti nel lavorare insieme alle aziende in cui investe, aiutandole a progredire nella loro transizione. «In risposta al crescente interesse dei clienti per soluzioni di investimento sostenibili a lungo termine, stiamo sviluppando diverse strategie tematiche e incentrate sulla sostenibilità sia nei mercati pubblici sia privati», ricorda Niranjan Sirdeshpande, a capo di Catalyst, una delle ultime iniziative del gruppo dedicata all’ impact invest, lanciata nel febbraio 2021. Si tratta
di una strategia di investimento globale che ha l’obiettivo di investire fino a cinque miliardi di sterline nel fondo interno With-Profits in società non quotate che operano per creare un mondo più sostenibile. Più in particolare la società oltre a fare un lavoro di scouting, supporta le aziende nella loro crescita. Il team di Catalyst, costituito da circa 40 membri basati a Londra, Singapore, New York e Mumbai, dispone della flessibilità necessaria per investire nel credito privato, in asset reali e finanziari e nel private equity, offrendo così un livello di capitale adeguato alla natura della società target e alla fase di sviluppo in cui si trova, nonché un sostegno duraturo durante la sua crescita. Tra gli investimenti del fondo (realizzati e in pipeline) vi sono finanziamenti alle Pmi e credito al consumo, come la microfinanza e i crediti commerciali; il finanziamento di beni e di progetti di sviluppo, come alloggi a prezzi accessibili e il recupero energetico dei rifiuti, e investimenti tecnologici con obiettivi sociali e ambientali positivi. Tra le ultime operazioni di Catalyst c’è quella in NoTraffic. La società ha infatti guidato il secondo round di finanziamento (valore complessivo di 50 milioni di dollari) a favore di NoTraffic, piattaforma pionieristica per la gestione del traffico
stradale basata sull’intelligenza artificiale. L’investimento consentirà a NoTraffic di accelerare la propria crescita, aumentando la produzione, l’attività di ricerca e sviluppo e le vendite in nuovi mercati globali, tra cui Giappone, Italia, Germania e Regno Unito. «Negli ultimi anni la domanda di soluzioni di mobilità trasformative si è intensificata, poiché le autorità di regolazione dei trasporti nelle città di media e grande dimensione cercano di ridurre il traffico, le missioni di CO2 e gli incidenti letali sulla rete stradale», conclude Niranjan Sirdeshpande.
© RIPRODUZIONE RISERVATA.