Lo sport praticato dai ragazzi negli oratori della diocesi di Milano è il cuore e la fibra muscolare della rigenerazione urbana oltre che sociale in atto nei quartieri milanesi. Un’azione che affianca e rafforza la più “classica” missione educativa e sociale che da anni viene messa in campo negli oltre 800 oratori nella diocesi di Milano, dal capoluogo a Lecco, da Varese a Melegnano. Ci ha quindi visto – bene, ma soprattutto – “lungo” prima della pandemia il Politecnico di Milano che ha assegnato il Polisocial Award 2019 – ovvero il premio ai programmi di impegno e responsabilità sociale dell’ateneo – al progetto SPèS di cui insieme alla Fom, la fondazione degli oratori milanesi, ha presentato i risultati finali dello studio.
Dall’azione urbanistica, a quella sociale e soprattutto sportiva nei cinque oratori milanesi di Scalo di Porta Romana, Città Studi, Quarto Oggiaro, Baggio e Barona presi a campione: «Abbiamo utilizzato le competenze dei ricercatori e dei docenti di architettura, urbanistica e ingegneria del Politecnico – spiega Maria Pilar Vettori, project manager di SPèS e docente del Polimi -, per studiare per la prima volta come lo sport in oratorio sia ancora oggi un modello attuale di rigenerazione urbana, e stia supportando e stimolando i cambiamenti all’interno dei quartiere e dei centri urbani lombardi della diocesi amborsiana».
In una Milano che cresce molto in verticale perché in orizzontale non c’è più spazio, i campi di calcio, pallavolo e basket degli oratori non consumano suolo «perché sono stati pensati, progettati all’orgine così, con questa vocazione, sin dalla loro progettazione o ricostruzione nel dopoguerra», spiega monsignor Franco Agnesi, vicario generale dell’Arcidiocesi milanese. In un momento storico di pandemia, ma prima ancora di grandi trasformazioni urbane nel capoluogo lombardo e nelle città della diocesi «l’oratorio è il luogo dove gli incontri accadono, anche nel segno del linguaggio dello sport che riesce a far dialogare ragazzi di provenienze sociali, culturali e anche religiose a volte, differenti e che vivono però all’interno degli stessi spazi, nei medesimi quartieri e palazzi», analizza monsignor Agnesi.
Per valorizzare la centralità urbanistica e rigenerativa che questi luoghi stanno avendo o potrebbero avere, il progetto del Politecnico di Milano ha suggerito alcuni approcci di natura strutturale e gestionale: «Gli oratori sono molto spesso al centro del quartiere, vicino alla chiesa, con autobus, tram e metro che ci passano vicino o si fermano davanti. Ci sono sempre parcheggi nelle vicinanze. L’obiettivo deve essere quello di creare ciclabili che passino da lì migliorando i collegamenti “leggeri”, e magari costruendo spazi per mettere al sicuro bici e monopattini. Così l’oratorio sarebbe ancora più centrale per la vita sociale del quartiere, riscrivendone anche la mobilità. Inoltre modificare le strutture esistenti migliorandone l’accessibilità, aprirebbe lo sport a tutti, includendo anche le persone con disabilità. Un altro aspetto su cui lavorare è l’aumento degli orari di apertura degli impianti sportivi», aggiunge la professoressa Vettori. Questo consentirebbe di disporre di un luogo sano, ben collegato e vivo a quei ragazzi che con la pandemia stanno vivendo situazioni di marginalità e disagio giovanile.
Per realizzare questo progetto educativo e sportivo è fondamentale la collaborazione con il Csi: «La storia dello sport gravitata intorno all’oratorio. Ci sono campioni del calcio come Demetrio Albertini [ora vicepresidente della Federcalcio], esempio di campione nato e cresciuto in oratorio sul campetto di Villa Raverio, nell’hinterland di Milano dove ha debuttato insieme al fratello Alessio, e sotto la guida di papà Cesare. Storie che solo lo sport in oratorio regala. Ma poi penso anche all’olimpionico della velocità Filippo Tortu sbocciato nel gruppo sportivo oratoriano di Costa Lambro e l’elenco sarebbe lungo per quanto riguarda i campioni, infinito per quanto concerne i ragazzi che in oratorio si sono divertiti facendo sport e imparando a rispettare i compagni e l’avversario», spiega Massimo Achini, presidente Csi Milano. Il progetto SPèS del Politecnico indica la via per il futuro degli oratori milanesi: rimettere lo sport al centro fa bene alla rigenerazione urbana del quartiere, alla socialità dei ragazzi e alla loro salute.